31/2015. Demons

Molti vanno blaterando leggende false sull’origine della Red Velvet. Alcuni dicono che nacque per sbaglio, altri dicono che il pasticcere la vide in sogno, altri ancora, dicono che sia stata opera di forze superiori e magari io sono una di quelle. Sono solo un fantasma che ha deciso di narrare una leggenda e forse, più avanti, mi presenterò, ma per adesso preferisco rimanere anonimo, per raccontarvi una storia che non sa nessuno, ma io sì. Io so.

Ormai camminavo da ore e tutto quello che potevo vedere erano alberi secolari avvolti dal buio della notte e velati da una leggera nebbiolina, che, a mio parere, era piuttosto inquietante.

Con me non avevo nient’altro che uno zaino e incominciava a fare freddo, la felpa che avevo rubato in un piccolo motel sulla strada, ormai non bastava. Troppo presa a pensare ad un piano B, non mi accorsi di quanto la nebbia, nel giro di pochi minuti, si era fatta così fitta, da non riuscire a vedere più in là del proprio naso. Avevo ormai perso il senso dell’orientamento, tutto era diventato estremamente silenzioso e avevo paura. Tutto questo non poteva essere normale. Procedevo a tentoni, mossa dalla paura di quell’innaturale silenzio, tanto assordante da confondermi le idee. Tesi le orecchie, ma niente. Ad un tratto, un leggero ‘crack’ dovuto a dei ramoscelli spezzati, mise in moto le mie gambe. Non ero sola. Benché non avessi la minima idea di dove stavo andando, mi affidai all’istinto, poiché ormai era la paura a comandare. Il rumore si faceva sempre più insistente e l’adrenalina era alle stelle. Proprio mentre stavo per darmi per spacciata, nella coltre di nebbia, intravidi un cartello: ‘Benvenuti a Sleepy Hollow’

Iniziai a correre ancora più veloce, cercando di ignorare i muscoli dolenti a causa dello sforzo, ma appena varcai il confine che separava Sleepy Hollow da quel bosco infernale, non potei far altro che lasciarmi cadere al suolo, stremata dagli avvenimenti di pochi minuti prima. Fu solo quando sollevai lo sguardo che lo vidi. C’era un ragazzo, la cui ombra spiccava tra la folta nebbia e si avvicinava sempre di più, ormai era a due passi da me, ma prima ancora che cercassi di riconoscerlo, un forte colpo alla testa mi fece cadere nel buio. L’ultima cosa che ricordo erano due grandi occhi verdi che mi fissavano e un ghigno demoniaco dipinto sul volto.

Mi risvegliai nella sala di un vecchio castello, probabilmente abbandonato da anni.

“Allora sei sveglia” mi girai di scatto al suono di una voce roca.

Vidi il mio inseguitore in pieno volto. Aveva due grandi occhi verdi, profondi e troppo intensi, la mascella abbastanza pronunciata, i capelli scuri e un viso giovane, che gli conferiva non più di 25 anni. Spostai lo sguardo sulle sue mani e notai che erano sporche di sangue, così come la sua maglia nera. Urlai. Urlai più forte che potevo, ma quella stessa mano sporcata di un delitto atroce, mi tappò la bocca.

“Ora, ascoltami bene bambina…”

“Jess” lo interruppi, anche se non so con quale coraggio.

Mi guardò con aria interrogativa così continuai dicendo:“Ho un nome e mi chiamo Jess. Non ‘bambina’”

“Okay, come vuoi bambina. Stavo dicendo, prima che tu mi interrompessi, che non c’è bisogno di urlare. Non ti voglio uccidere,mi serve solo qualcuno che mi aiuti a rompere questa dannata maledizione”

“Aspetta, che cosa vuol dire che devi rompere una maledizione? Chi diavolo sei?!” ero agitata e confusa

“Tesoro, io sono un demone, vittima di una maledizione che mi accompagnerà per il resto della mia eternità, a meno che qualcuno non la spezzi. La chiamano ‘Maledizione della Luna Rossa’, poiché sei condannato a non riuscire a sfamarti o dissetarti, costretto a rivivere soltanto i sapori o profumi di ricordi ormai lontani. Nel frattempo mi limito a uccidere delle persone per avere le loro energie ” Il mio sangue aveva ufficialmente smesso di scorrere. Doveva essere uno scherzo o ero veramente in compagnia del diavolo.

“E se non volessi aiutarti?” cercai di sembrare sicura di me, ma la mia voce mi tradì incrinandosi pian piano.

Dal ragazzo si sollevò un’amara risata, poi mi strattonò bruscamente per farmi girare, in modo tale da stare faccia a faccia. Torreggiava su di me e questo lo rendeva ancora più intimidatorio.

“Vedi bambina, se tu non mi volessi aiutare, renderei la tua vita un inferno a tal punto che mi supplicherai di ucciderti. Sai, noi demoni sappiamo essere piuttosto convincenti.”

“Io che ruolo avrei in tutto questo? Voglio dire, che cosa dovrei fare? Fino a ieri credevo che i demoni e gli angeli fossero solo una leggenda e ora salti fuori tu, parlandomi di maledizioni. Non so nemmeno come ti chiami!” le parole uscivano a raffica dalla mia bocca e il nervosismo non aiutava.

“La maledizione dice: colui che condannato sulla terra dovrà rimanere, avrà un unico modo per placare la sua fame e fuggire. Il rosso è il colore che dovrà usare, poiché il dolce inferno della Terra dovrà mangiare. Allo scoccare della mezzanotte, della sessantesima Luna Rossa, il destino sarà compiuto. Sostanzialmente abbiamo ventiquattro ore bambina.”

“Quindi dobbiamo creare un cibo che sia dolce ed infernale allo stesso tempo, ma soprattutto che sia rosso. Un po’ come te insomma” riassunsi brevemente.

“Jess, io sono tutto meno che dolce” e non aveva tutti i torti, insomma, voleva uccidermi.

“Tutti abbiamo una parte buona e una cattiva dentro di noi, tu hai semplicemente sotterrato quella buona” stavo più che altro ragionando ad alta voce, ma la sua espressione mi fece capire di non continuare. Fu proprio mentre ragionavo sulla dolcezza che si celava dentro ad ognuno di noi, che mi venne un lampo di genio.

 

“Una torta!” Mi guardò perplesso, come se fossi pazza.

“Dobbiamo fare una torta, rossa, come il colore della collera, della passione, dell’amore, ma anche come quello del sangue e dell’inferno. Dobbiamo addolcirla con un po’ di zucchero e anche della vaniglia, per conferirgli un sapore delicato e infine cuocerla per creare l’inferno in Terra. Allo scoccare della mezzanotte, della sessantesima Luna Rossa, riuscirai a passare oltre e anche a deviare tutte quelle brave persone che ci sono al mondo”

 

“Jess sei un dannato genio! Non posso crederci, sarò finalmente fuori da tutto questo! La prima cosa che farò sarà quella di traviare tutte quelle povere, piccole persone innocenti o torturarle, dipende dall’umore del giorno” sapevo che era ironico, ma mi chiesi se l’ultima frase nascondesse un velo di verità.

Ci mettemmo al lavoro creando l’infernale Red Velvet, dall’aspetto ingannatore, ma dal sapore dolce e forte, così come l’aroma di vaniglia che si sprigionava nell’aria.

Mancava poco alla mezzanotte e la Luna Rossa si stava formando, creando un’atmosfera senza dubbio inquietante  e dannata, degna di un demone come lui, che però, aveva l’aspetto di un angelo.

“Senti Jess, prima che mangi la Red Velvet e sparisca nelle viscere più profonde dell’inferno, volevo dirti grazie.” Mi girai di scatto pensando che mi stesse prendendo in giro, ma quando lo guardai negli occhi non vidi altro che…gratitudine. Un demone poteva davvero provare gratitudine?

“Te l’avevo detto. Anche tu hai un lato dolce”

“Non sperare di risentirmelo dire un’altra volta Jess, perché non succederà.” Stava sogghignando.

“Quindi, questo è un arrivederci?” chiese.

“Assolutamente no! Non ho la minima intenzioni di finire all’inferno” Dissi ridendo.

L’orologio ruppe l’atmosfera pacifica che si era creata. Era il momento.

“Mi mancherai” Aveva un sorriso bellissimo, con due fossette ai lati delle guance. Un sorriso bello e dannato.

“Ti tengo d’occhio da lassù bambina” ma non feci a tempo a rispondere, perché il mio angelo dannato era già scomparso per andare a conquistare l’Inferno.

Ora che la leggenda della torta infernale è stata svelata, posso soltanto dirvi, che è bello tornare all’inferno dopo tanto tempo, ma che, ancora più indescrivibile è stato il gusto forte, dolce e dannato dell’amore, che ho provato per un angelo di nome Jess. 

…“Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate!”

One thought on “31/2015. Demons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *