19. Flusso

Genere: Psicologico

Ero un uomo seduto sul treno , un io tra tanti , e viaggiavo.

Viaggiavo per paura , senza una meta.

Pensavo al tempo che passa e alla vita che resta , ai discorsi persi , lasciati in sospeso.

E pensavo a me.

Che sognavo di diventare un giorno qualcuno senza sapere nient’altro se non che un giorno , io , Mario Barlecchi , avrei sfondato.

Ed ora eccomi qui , in bilico tra presente e passato , senza apparente via di fuga.

Quel giorno era arrivato troppo tardi , quando la determinazione era scemata e le priorità erano cambiate. Aspettavo un figlio , mi stavo per sposare ma non ero pronto per nessuna delle due cose.

Così , nonostante tutto , accettai la proposta e “scappai”.

Cambio città cambio vita (non ne sono orgoglioso) me ne andai abbandonando le mie uniche certezze.

Questo era il passato perché , sebbene fossero trascorse solo poche settimane , sapevo che avevo chiuso per sempre. Ci sono cose che , una volta perse , è praticamente impossibile riacquistare , occorre tanta determinazione e coraggio e , come avrete capito , non sono uno di quelli a cui il cielo li ha donati.

Il presente era adesso , pochi minuti dopo che il sogno si era infranto ; una visita medica andata male e di nuovo le porte del successo si erano allontanate , se non definitivamente chiuse.

Ma non era quello che importava , era il futuro , quella grossa incognita.

Tornare sembrava ovvio ma era la cosa più difficile , nessuno avrebbe fatto in diverso modo , ma io non sono nessuno , io sono l’insieme dei cocci dei miei sogni andati rotti , sono un vaso ricomposto con lo scotch.

Sono tutto , senza essere niente.

Ecco perché viaggio , per paura di dovermi fermare.

Se fossi fermo dovrei decidere dove andare invece mi nascondo sul treno e vado dove lui va , anche 100 volte , anche sulla Luna.

E aspetto.

Aspetto che la soluzione di tutto mi si palesi davanti , aspetto che l’occasione della mia vita finalmente mi si presenti.

Siedo e aspetto , guardo ad una fermata , poi a quella dopo e a quella dopo ancora.

Aspetto e niente accade e quando il treno imbocca la strada del ritorno io riparto e faccio uguale a ritroso.

Così vivo , condannato all’eterna paura , condannato da me stesso e dalla vita a non fermarmi mai.

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5 thoughts on “19. Flusso

  1. Bello, mi è piaciuto, al nostro prossimo incontro, cercheremo di accompagnare Mario, con tutto il suo bagaglio fuori dal treno…. SMACK

  2. Profonda ed attenta analisi di una situazione, ottimo spunto di riflessione.
    Un’opportunità per cercare la propria chiave di lettura ed il proseguo di un pensiero.
    Bene, complimenti.

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