47. Quello che so del mondo

Genere: Biografico

Quante sorprese ogni giorno la vita ci butta davanti agli occhi, ma non riusciamo a vederle e tocca a noi scoprirle. Fin da quando nasciamo siamo pronti ad affrontarle: da bambini non ce ne rendiamo conto, da adolescenti le scopriamo, ma non le accettiamo al primo impatto e da adulti le comprendiamo. La fine di questo viaggio non è la morte, è la vecchiaia. La vecchiaia è l’ultima tappa, forse la più difficile, quella che ci fa più paura. Sono all’inizio di questo lungo viaggio, inaspettato in molti suoi aspetti e stravolto dai suoi imprevisti che si sono scontrati e altri mille che si scontreranno con me.

Ho pochi ricordi della mia infanzia, ma per questo non vuol dire che sia stata triste, anzi l’ho passata con grande serenità ed è avvolta da quella opaca nebbia che la rende lontana e dolce. Tutto, però, è cambiato quando a undici anni sono andata per la prima volta nel luogo che avrei chiamato “seconda patria”, perché, come molti dicono, la patria è il posto in cui ti senti a casa. Quel posto ha un bellissimo nome ed è abitato dalle persone che rendono la mia vita piena di forti ed intense emozioni, lo chiamano Bosnia. Qui sono sicura di aver incontrato gli amici che mi accompagneranno per tutta la vita e che ogni singolo giorno, pensando a loro, mi fanno sentire viva, sebbene lontani mille chilometri. Quel strano giorno fu l’inizio di una serie infinita e limitata di episodi da cui sono cresciuta e ho imparato ad affrontare la vita con sicurezza e pacatezza. Certo ho dovuto lottare, piangere, torturare la mia mente con mille perché e come, ma alla fine questi eventi fanno parte di me e sono soddisfatta di averli in parte superati con le mie forze. Oltre alla soddisfazione questi eventi mi hanno dato la consapevolezza che esiste un destino, una strada predefinita che qualcuno, forse, ha deciso per noi (e se così fosse, non sarebbe giusto, perché abbiamo il diritto di scegliere la nostra strada); ma la cosa più importante è che ora so che il destino è sempre in ogni caso nostro e in quanto tale noi possiamo cambiarlo accettandolo e affrontandolo. Tenere dentro quello che sentiamo, pensare incessantemente ai problemi: questo uccide una persona. Bisogna, invece, lasciare libera la mente e allontanare le avversità affinché non influenzino la nostra vita. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, benché non ci pensi sempre, è questo che mi fa andare avanti. Mi fa andare avanti perché la mente umana e di conseguenza la volontà dell’uomo (perché se pensi a ciò che vuoi riuscirai ad ottenerlo) è una delle forze più potenti: io voglio, io posso. Dicendo che ciò è alla base di ogni mia singola giornata, intendo che la mia vita non ha ancora smesso di avere per me sorprese inaspettate, anzi forse sono aumentate. Mi aspetto amori, odi, paure, serenità e altri infiniti sentimenti che il mio cuore non conosce. Sentimenti che fanno parte di quel mondo astratto di cui siamo fatti, sebbene viviamo in un mondo concreto. Questo ai nostri occhi appare nitido, delimitato, ma anche esso riesce a sprigionare un sacco di energie…perché fa parte anch’esso di un mondo fantastico. Solo vedendo la bellezza in ciò che ci circonda possiamo rendercene conto.

 

Il mio viaggio sta per cominciare, ma non mi sento pronta…vorrei avere il tempo di pensare, di decidere la strada migliore. Ora come ora non so che cosa farò, non ho proprio idea di quale sarà il mio futuro. Adesso voglio solo impegnarmi a renderlo poi speciale. Prima questa indecisione, enorme dilemma, mi faceva paura: come potevo non sentire l’esigenza di pianificare il mio futuro? Ora, però, cerco in tutti i modi di arricchire la mia mente, ma soprattutto la mia anima. Ogni giorno mi sveglio e cerco di trovare quella parte che poi si congiungerà per sempre a me. I giorni difficili so che sono una sfida e che, se non la supero, non riuscirò a proseguire; i giorni spensierati e sereni non sono un’esperienza più grande, sono alla pari: perché questi momenti non mi danno tutto, il resto i giorni no. Fino ad ora, anche se sono stati la minoranza, i momenti in cui proprio non riesco ad andare avanti sono sempre una sorpresa, perché non riesco ad immaginare cosa accadrà.

Non so immaginarlo, perché forse questa società non ha più le competenze per darmi un futuro. Io non mollerò mai, non mi piegherò di fronte alle ingiustizie, all’ipocrisia e alla crudeltà della gente. Non ho mai mancato di rispetto a nessuno, ma a volte la rabbia cresce e non posso trattenerla. Qualcuno dice che è invidia, io dico che è consapevolezza. Consapevolezza delle azioni che tu stesso fai e che gli altri fanno. Sicuramente sarà difficile far valere i miei principi e i miei valori, dato che ormai sono in pochi ad averli. Nel mio futuro incontrerò questa difficoltà, perché esiste tutt’ora nel mio presente e crescerà fino a diventare la più grande delle mie missioni quotidiane. Voglio trasmettere la felicità e la gioia di vivere, la bellezza e la grandiosità del mondo e delle persone che lo abitano, perché fuori siamo tutti uguali e dentro non siamo poi così diversi. Forse, se le persone smettessero di giudicare e criticare rispettando gli altri, ognuno potrebbe esprimere liberamente i suoi pensieri, senza preoccuparsi di ciò che pensa la gente e essere finalmente felice ogni singolo giorno. Riuscirò a rendere questo mondo migliore: non è arroganza, è autoconvinzione per poi fare al meglio quello che riterrò più giusto. Gli altri, forse, capiranno finalmente che stanno sbagliando e che basta un piccolo gesto per cambiare, un gesto di bontà e (badate bene) non di ingenuità. E allora dentro di loro un abbraccio, un saluto, una risata, un “ehi, come va?” accenderà quella minuscola e insignificante sensibilità che per anni si è appassita restando inesorabilmente ad aspettare un segnale da fuori, da quel mondo che non è più nostro. Ho l’impressione che sarà veramente un compito arduo e probabilmente fallirò nel compierlo, ma per ora questo è il mio obiettivo, per ora voglio continuare per questo sentiero buio. Però sono convinta che alla fine una luce sarà lì ad attendermi, non quella luce che tutti si aspettano quando stanno per morire, ma quella luce più splendente, che man mano che vado avanti si illumina e mi circonda; è come se ogni giorno un sentimento prendesse questa fiamma e la sballottasse di qua e di là, a volte stravolgendola del tutto. Alcuni la chiamerebbero fede, altri anima, altri ancora pura pazzia, io sono convinta che quella fiamma non è nessuna di queste cose, è qualcosa di più concreto, che sento ogni volta che piango, che rido, che mi arrabbio…questa grande impazzita energia dell’anima è la vera me. La vera me che sta crescendo, che sta imparando a tollerare quei sentimenti che la stravolgono, che cerca in tutti i modi di riaccendersi, quando si spegne di fronte alle assurdità della vita, di fronte alle cose irrazionali e insensate. Queste ci sono sempre state, ma, anche se il mio percorso di vita per molti aspetti non è ancora iniziato, ho capito che forse non stiamo cambiando in meglio…

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One thought on “47. Quello che so del mondo

  1. ‘un piccolo gesto per cambiare…un gesto di bontà(badate bene)non di ingenuità’…davvero saggio!Complimenti!
    Iaia

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