04/2016. Incontri ravvicinati del quarto tipo

  Esattamente un anno fa si trasferiva in Italia la mia nuova vicina di casa,  Sophie Bordeaux, che occupa l’appartamento adiacente al mio al quinto piano di un quartiere di Milano subito dietro l’ università. Ci siamo incontrati sul pianerottolo, ansimanti perché avevamo fatto le scale a piedi a causa della rottura dell’ascensore, e siamo subito diventati amici: era arrivata con il progetto Erasmus,  di giorno frequentava i corsi universitari, di  pomeriggio studiava e la sera lavorava come cameriera  in una pizzeria in Corso Sempione. Infatti a lei piaceva l’ Italia soprattutto per la cucina, tanto che si era cercata quel lavoretto serale proprio per la sua passione gastronomica.

   È stato proprio lì che una sera, dopo che era entrato Rachid, un giovane venuto dal Marocco qualche anno prima per cercare lavoro, è scoppiato l’amore. Quando Sophie me lo ha presentato, ho subito pensato che fosse un bravo ragazzo, insieme formavano una bella coppia: tutti e due erano in Italia per realizzare i loro sogni e più volte mi avevano detto che per loro questo paese era il più bello del mondo. E lo era non solo per la natura, l’arte e le usanze, ma soprattutto per la mentalità della gente, sempre disponibile e sorridente. Continuavano a ripetermi che gli Italiani, anche se hanno dei problemi, non perdono mai il sorriso, sono ottimisti, dunque un popolo accogliente.

  Rachid non aveva mai visto Roma e così un giorno ho lanciato loro l’ idea di andare in treno a visitarla.  Non ci hanno pensato più di tanto e detto fatto la settimana dopo eravamo alla stazione centrale sull’Intercity diretto verso la capitale. Il treno sarebbe dovuto partire alle dieci ma per uno sciopero dei macchinisti ha fatto due ore di ritardo: Sophie era contrariata nonostante cercassi di convincerla che in Italia i ritardi ferroviari sono all’ordine del giorno.

 Arrivati a Roma, stanchi, fummo ricevuti da un caos infernale: venditori ambulanti e asfissianti che ci rincorrevano per venderci le loro cianfrusaglie, viaggiatori imbestialiti che non  trovavano i loro treni e tanto meno informazioni….. Cominciai a non essere tranquillo: sapevo della pericolosità dei borseggiatori che in quel caos avrebbero avuto gioco facile, così avvisai subito i miei amici e mi tranquillizzai. Tutto filò liscio. Arrivammo alla stazione dei pullman dove aspettammo un tempo infinito il nostro autobus ma finalmente all’alba dell’ora di cena riuscimmo a conquistare il nostro B&B.

  L’ indomani iniziammo il nostro tour, l’impazienza nella notte era andata alle stelle ma….. notammo subito l’ invadenza dei turisti italiani sempre di fretta per visitare il più possibile.  Eppure il fatto che a Roma si possano trovare persone di ogni nazionalità provenienti dai paesi più diversi esercita su di me un fascino indescrivibile: adoro essere straniero tra stranieri. Iniziammo il giro dalla fontana di Trevi, come sempre presa d’assalto dai turisti ma riuscimmo comunque a gettare la famosa monetina che dovrebbe far realizzare il nostro desiderio. Poi è toccato a Piazza Navona, nei cui pressi abbiamo scovato un localino, esattamente a Trastevere:  una volta seduti al tavolo conoscemmo una coppia di tifosi romanisti. Essendo io uno juventino sfegatato entrai in discussione con loro per un rigore non assegnato dall’ arbitro nell’ ultima partita. Il diverbio è andato avanti per un bel pezzo tanto che, finito di mangiare, mi sono dovuto scusare con la coppia di amici: Sophie e Rachid erano sbalorditi della passione degli Italiani per il calcio e a stento capirono le mie ragioni, noi sportivi abbiamo il tifo nel DNA anche perché il calcio è lo sport con cui cresciamo, oltre ad essere il più praticato al mondo.

  La giornata era volata, era quasi l’ ora del rientro, ci incamminammo verso la stazione: eravamo nei pressi del Colosseo quando due motorizzati scippano Sophie. Rachid è pronto di riflessi, salta sulla moto di un altro passante, si getta all’inseguimento dei due ladruncoli: li riacciuffa due isolati più avanti e gliele dà di santa ragione. Nel frattempo qualcuno  ha chiamato i carabinieri che ci portano tutti in caserma. All’inizio il colore della pelle di Rachid non ci ha aiutato, ma “dopo qualche ora” di attesa il buon senso ha la meglio e veniamo rilasciati giusto in tempo per….. perdere il treno!

  Dai finestrini del treno successivo il paesaggio correva veloce e affrettava i miei pensieri: ciascuno di noi in quello scompartimento rappresentava un pezzo del mio bel Paese. Sophie rappresenta il fatto che all’ estero l’ Italia è vista come un buon paese dove andare a studiare e accrescere la propria cultura. Andare a vivere all’ estero è però anche sinonimo di coraggio e sacrificio per te stesso e la tua famiglia senza sottovalutare che ci sono anche costi da sostenere. Rachid ha visto nell’ Italia un paese dove costruirsi una vita e pur essendo un extracomunitario non considera il nostro paese come un posto da sfruttare, anzi, lavorando, cerca di contribuire alla sua crescita economica. Tante volte i mezzi di comunicazione ci fanno intendere che gli immigrati siano un problema costoso e scomodo, ma le persone come Rachid non sono rare in Italia e cercano di vivere una vita onesta e di costruirsi una famiglia. Poi ci sono io: giovane italiano, costruttore e responsabile del futuro dell’ Italia, un futuro che penso e spero possa essere  gradevole e pieno di gioie da condividere con i miei amici, anche se non so ancora di preciso che cosa farò dopo gli studi. Se non troverò la possibilità di un lavoro dentro i confini, sarò pronto a cercarlo altrove perché è chiaro che col trascorrere degli anni ci dovremmo considerare sempre più europei e meno italiani. Ma tutto ciò non mi farà dimenticare la nostra identità e la nostra storia che fanno dell’Italia un paese unico al mondo.

One thought on “04/2016. Incontri ravvicinati del quarto tipo

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>