12/2016. Sulla strada per me

I giorni passavano. Lenti,monotoni,interminabili. Erano passati quasi cinque mesi dal suo ritorno in quel luogo di speranza,pace,serenità e salvezza: il Cielo, in cui tutti noi abitavamo prima che la nascita ci costringesse in questa prigione che è la nostra casa nell’ universo, il nostro pianeta, la Terra. Come dimenticare il suo sorriso, la sua dolcezza, quando in quel maledetto giorno di Settembre, mi disse ad occhi aperti negli occhi: ‘Angel, non piangere! Non è il momento di piangere, questo, ma di esser contenti ; sì, è un momento di gioia! Ora torno al luogo dove tutti dovremo ritrovarci!’ Passò un altro minuto, io accompagnai ancora quello sguardo e quel sorriso. Poi le dissi: ‘D’accordo, Hazel, quindi tu sarai sempre mia?’ Ma il suo spirito era già lontano da me,trascinato via da quel tumore al cervello che ormai da un anno la perseguitava…

Il mio nome è Roberto, ma per lei, la mia ragazza, ero Angel, il suo angelo. E lei si chiamava Linda, ma per me era Hazel, per via dei suoi occhi dal colore indecifrabile, tra il marroncino e il verde. Eravamo fidanzati da quasi due anni e il nostro matrimonio era già fissato per il 12 novembre. I preparativi erano già quasi tutti pronti. Il nostro sogno, quello che noi avremmo voluto fare dal giorno del matrimonio in poi, era viaggiare per il mondo. O meglio, letteralmente, girare il mondo, perchè era il nostro desiderio comune da quando eravamo ragazzini. Da quando ci eravamo conosciuti all’ Università, quasi cinque anni fa, avevamo deciso di portare il nostro amore al di fuori dell’Italia, viverlo in ogni angolo della Terra. Ma circa un anno e mezzo fa ecco che arriva una di quelle diagnosi che toglierebbero ogni forma di  speranza a chiunque e farebbero venir meno ogni tentativo di umana comprensione: Hazel ha un tumore maligno al cervello, difficilmente curabile.

Gli ultimi mesi prima della sua morte non vorrei mai riviverli per nulla al mondo. Io mi sentivo tuttavia pronto all’inesorabile evento, che ho poi vissuto con l’aiuto della fede. Nel momento del suo ultimo saluto non voglio però rievocare la sofferenza che ho provato al pensiero dei tanti momenti belli insieme che sarebbero sfumati…

Ciò che accadde la notte successiva al suo addio però me lo porterò sempre nel cuore. Mi addormentai, sorprendentemente, senza difficoltà. E quasi subito Hazel mi apparve in sogno, circondata da un manto di luce. Appariva ancora più bella di quanto fosse quando era viva. I suoi occhi abbaglianti si aprirono e ben presto le sue labbra delicate e leggere si mossero e mi disse:’Angel, tornerò presto, non disperare! Aspetta ancora qualche mese, fino al giorno di San Valentino, la nostra festa. Allora tornerò con te, anche se solo per un giorno, ma non solo nella tua mente, dove sono già ora. No, mi vedrai con quei tuoi occhi di fuoco. E io sarò ancora nella tua casa e vivremo il nostro amore come abbiamo sempre fatto’. E poi scomparve all’ improvviso.

Non ho mai creduto, sorprendentemente, a quel sogno, il quale mi investì anche nelle notti successive. In me c’era senza dubbio l’angoscia e la disperazione per aver perso un Amore vero e tutto questo si riportava nella fantasia di un sogno. I giorni successivi furono i più duri per me: non riuscivo proprio a smettere di pensare a lei. Lei, con quel suo volto che mi appariva in ogni angolo della mia casa, mi stava incredibilmente ossessionando e mi rendeva sempre più infelice. Finchè, una quindicina di giorni dopo, cominciai a pensare ai progetti che avevo fatto con Hazel, e in particolare quei viaggi all’estero. Viaggio,viaggio,viaggio… Questa parola iniziò a ridondarmi prepotentemente nella testa. E, forse senza rendermene pienamente conto, avevo già preso una decisione con Hazel. Sì,proprio con lei, il cui spirito mi guidava sempre ed era sempre con me. Così decisi, sul finire di settembre, di intraprendere un viaggio a Londra. Poi ne avrei intrapreso un altro a Parigi, Berlino e Madrid…

E così, viaggiando per queste quattro città arrivò la fine di ottobre. In quel momento, ritornato in Italia, mi accorsi purtroppo che tutti quei viaggi in posti lontani non solo non avevano impedito alla mia mente e soprattutto al mio cuore di pensare sempre ad Hazel. Ma anzi, l’angoscia del suo ricordo era aumentata e il mio animo era in fermento in ognuno di quei diversi luoghi europei. Vedevo il suo volto su ogni abitazione, su ogni edificio… Fu quello il momento in cui capii che la soluzione era solo una. C’era solo un luogo importante per me, un luogo che mi avrebbe permesso di ritornare ad essere me stesso senza dover ricorrere a strani espedienti per dimenticarmi di Hazel: l’Italia. Esatto, il mio Paese, nel quale mi rispecchiavo meglio e che sarebbe diventato la mia nuova compagna di avventura. Già, perchè la vita è un’avventura, e proprio per questo a volte può essere una tortura.

Così passai gli ultimi mesi prima del suo ritorno. Tutte le volte che tornavo da una città come Roma, Milano, Verona, sulla strada per me non ho mai smesso di vedere il suo sguardo su ogni cartello ai lati della strada. Ma incredibilmente stavolta questo non mi angosciava per niente. Anzi, mi permise di capire il grandissimo errore che avevo fatto allontanandomi da lei, viaggiando sempre in posti lontani.

Fu proprio da quel momento che decisi di raccontare le incredibili vicende che si sono susseguite nel mio animo in questo periodo tutto sommato breve ma profondamente duro. Arrivò San Valentino,quindi; Hazel stette con me dalla mattina alla sera. Ci raccontammo delle nostre giornate. Lei mi disse quante volte avrebbe voluto lanciarsi dal Cielo per tornare da me, anche a costo di farsi male cadendo. Io ovviamente non dissi nulla a riguardo della mia nuova compagna di vita. Poi,venuta la sera, Hazel si allontanò da me e, man mano che scompariva verso l’alto, assumeva una forma a me ben nota, quella di uno stivale.

Oggi, a quasi un anno di distanza dalla scomparsa di Hazel, so che lei non solo è sempre nella mia vita, ma mi tiene costantemente d’occhio, essendo molto gelosa. Non vuole che io mi innamori troppo dell’Italia correndo il rischio di non pensare più a lei. Molto spesso, in auto, parlo ad alta voce da solo e quasi ridendo dico al suo volto che mi appare lungo la strada: ‘Ma come, Hazel? Dimenticarti io? Anche se volessi, il tuo sguardo è ovunque…’ E lei mi risponde : ‘Andiamo, Angel, sto solo scherzando’. E le sue labbra, diventando una luna a falce, sorridono e mi riempiono di tranquillità.

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