15/2015. La sinfonia dell’amore

Una sera io e Jamie decidemmo di uscire a cena; una serata emozionante per noi due appena fidanzati. Salimmo presto in macchina: lei prese la sua borsetta e io mi infilai il mio Loden grigio, fuori sotto l’acqua che imperversava, i suoi tacchi neri ancora appoggiati al suolo fradicio, girai la chiave della macchina, poi eravamo pronti. I fanali illuminavano fiocamente la strada che divampava d’acqua e di una leggera e fastidiosa nebbiolina. Ma lei mi era accanto più splendida che mai, avremmo festeggiato il nostro amore.

Aprimmo gli ombrelli e andammo sul viale costeggiato di ristoranti. Fummo subito colpiti dal Prince Restaurant, non solo perché ci attirava il suo lusso, ma soprattutto perché la luce sfavillante che emanava e il sottofondo lieto che accoglieva facevano al caso nostro: volevamo un’atmosfera calda e speciale. Varcare la soglia del locale ci tolse quell’agitazione che aveva colto entrambi all’idea del nostro appuntamento: ora eravamo arrivati ed eravamo più felici che mai. Mano nella mano. Io e lei.” Buonasera, un posto per due grazie”.” Certo, da questa parte prego”. La sala era grande e luminosa: tanti tavoli, tante persone ,tanti piatti. Il suo piatto preferito è il branzino ai ferri con l’insalata mista, lei, ragazza semplice e allo stesso tempo raffinata. Io…io invece avrei preso come sempre una pizza con tanti gusti ,io, il solito buongustaio. Il pavimento era in marmo rosso, il nostro tavolo là vicino all’acquario. I suoi orecchini d’argento sottili e preziosi le stavano d’incanto. Lei voltò gli occhi verso il mio sguardo appassionato e sorrise dolcemente e con gioia. In quel momento un profumo di menta e di cannella mi raggiunse, e fu un ritorno al passato: nel giardino fiorito dell’hotel passeggiavamo, i dolci profumi dei fiori accompagnavano i nostri sorrisi e i nostri discorsi semplici e armoniosi, nel sole caldo e nella natura verdeggiante. Il profumo mi pervase e intanto le gote di lei si arrossarono perché i miei occhi mostravano di volersi immergere nei suoi ,un mare pieno di sogni e di sentimenti che libravano sinceri e delicati nel suo viso grazioso. L’odore della carne ai ferri e delle patate al forno mi riportavano alla mente la brezza tiepida e allegra dell’estate appena passata, il nostro primo incontro al mare, inaspettato e unico. I suoi capelli mossi ondeggiavano lievi e il loro movimento pareva quello delle onde del mare che spumavano sul bagnasciuga. Avevamo cenato nel piccolo ristorante sulla spiaggia quella sera, ed era un tripudio di pesci cucinato alla perfezione accompagnato dal vino bianco frizzante, come era altrettanto frizzante l’aria leggera e la nostra serata. Anche ora i suoi capelli mossi ondeggiavano, ai nostri passi lenti e teneri, e il mare allegro era racchiuso in quei piatti traboccanti di gamberi, branzini e aragoste, che sembravano avere qualcosa di nuovo e meraviglioso. Il piatto di risotto allo zafferano che portava in quel momento il cameriere mi fece sorridere per un attimo: mia madre, che mi insegnava quale fosse la quantità giusta di zafferano per fare un risotto degno della tradizione milanese, io che da adolescente testardo protestavo che il risotto era buono lo stesso con un po’ più o un po’ meno zafferano…grazie mamma per i tuoi consigli ,ora sono diventato un bravo chef! Lei mi si strinse più affettuosa al braccio e quella presa tanto energica quanto delicata mi riportò lì al ristorante. La ricambiai portando il mio braccio a cingerle la vita, in un contatto fervido di corpi e di sguardi. Ma eravamo ormai al tavolo.ci sedemmo sulle morbide sedie e ci apprestammo ad accendere la candela a metà tra me e lei. ”Ecco i menù, signori ”.La piccola fiammella ondeggiava dolce come i suoi capelli, il rosso delle sue labbra acceso come quello dell’aragosta servita al tavolo accanto, la sua pelle morbida, come doveva essere il sorbetto che avremmo scelto a fine pasto. Di certo ora sapevo che la pelle del suo viso era di una morbidezza impressionante, perché le accarezzai con passione la guancia. E tra non molto avrei scoperto anche che le sue labbra erano più vellutate e profumate delle rose che ornavano il centro tavola.

La nostra cena sarebbe stata sicuramente squisita, ma aveva già un gusto speciale per quell’armoniosa e multiforme orchestra di sensazioni  ed emozioni che avevano dato melodia alla nostra atmosfera e avevano cantato il nostro bacio appassionato.

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