20/2016. Un suicidio sospetto

Era disteso senza vita su un tavolo d’obitorio; non si conosceva la sua identità ma era chiaro che fosse un uomo di mezza età, sulla cinquantina circa.

Il cadavere era stato trovato impiccato nel salotto e la corda era stata appesa al lampadario lasciando evidenti lividi sul collo dell’uomo; sulla scena del delitto non erano state trovate tracce di lotta, ma sul corpo della vita erano presenti graffi ed ematomi sul volto e sulle braccia, segno di aggressione fisica.

Inizialmente si era pensato ad un suicidio ma anche l’ipotesi di omicidio non era da escludere.

La famiglia della vittima era composta dal figlio, dalla figlia e della moglie ma nel momento dell’ uccisione nella casa, secondo le testimonianze, non era presente nessuno.

“Quella sera come le ho già detto ero andata a prendere mio figlio all’ allenamento di baseball e quando sono tornata, circa un’ora dopo mio marito era già senza vita, impiccato  al soffitto” disse la mogli al detective con il viso pieno di lacrime.

“E mi sa dire esattamente l’orario di quando è uscita per portare il figlio?”

“Se non sbaglio erano circa le 20.10, ma perché tutte queste domande? Se si è impiccato chi è che state cercando?”

“Signora, secondo delle successive analisi abbiamo scoperto che suo marito era già morto quando è stato impiccato, quindi qualcuno inizialmente l’ha ucciso e poi ha creato un finto suicidio per salvarsi la pelle. Per questo è molto importante che lei mi dica se ha visto qualcuno di sospetto nei paraggi…”

“Beh…di sospetto non ho visto nessuno…anzi adesso che ci penso quella sera il fratello di mio marito era passato da casa, diceva che doveva dirgli alcune cose sul lavoro…”

“Va bene quindi mi dispiace dirlo ma fino ad adesso il sospettato principale è proprio lui, lo interrogheremo e le faremo sapere al più presto se ci sono novità, mi raccomando, se le viene in mente qualcos’altro non esiti a chiamarci.”

L’interrogatorio dello zio fu molto breve, si limitò a dire che quella sera era rimasto solo per poco tempo dal fratello e successivamente era andato a cena con la famiglia; il suo era un alibi di ferro; quindi si era tornato al punto da capo o almeno in parte perché lo zio disse inoltre che il fratello, nonché la vittima, era un frequentatore di locali notturni e molto spesso tornava a casa con una bella sbronza. Anche vicini di casa intervistati successivamente ammisero che avevano assistito molte volte a dei litigi famigliari causati dal troppo alcol di cui il marito faceva uso.

“Perché non ci ha detto che suo marito faceva uso di alcolici?”

“Credevo fosse una cosa di poca importanza, stavate indagando sulla morte di mio marito non sui problemi di tutta la famiglia.”

“Come mai non ha denunciato mai suo marito per questo? Le ha causato danni?”

“No, non mi ha mai fatto del male…va bene a volte alzava troppo la voce e mi spintonava ma…niente di che…”

“Posso vederle il polso? Come ha fatto a causarsi questi lividi?” disse il detective intravedendo sotto la maglietta della donna dei segni color violaceo, ovviamente degli ematomi.

“Beh…stavo facendo i mestieri e…per sbaglio mi sono fatta male, ma niente di che…non si preoccupi andrà via a giorni…”

Evidentemente stava nascondendo qualcosa o qualcuno…ma chi?

Ricerche successive misero alla luce che gli ematomi sul bracci della vittima erano stati causati da un oggetto cilindrico, probabilmente in legno ed inoltre sotto le unghie della moglie era stato trovato il DNA del marito segno che era stato appunto quest’ultima a causare i graffi sul corpo della vittima.

Avevano tutti i pezzi del puzzle ma non riuscivano a metterli insieme, fino al 17 ottobre data in cui i detective trovarono una mazza da baseball sporca di sangue della vittima con impronte del figlio.

Adesso tutto quadrava, quella sera la vittima e la moglie avevano litigato e il marito era arrivato  metterle le mani addosso ma il figlio, stanco di questi litigi, decise di reagire, aveva preso la sua mazza da baseball a aveva colpito il padre ripetutamente ferendolo gravemente alla testa; pochi secondi dopo era disteso senza vita sul pavimento.

Il ragazzo spaventato e non sapendo cosa fare, aiutato dalla madre decise di simulare un finto suicidio ma a quanto pare non tutto era andato secondo i loro piani…

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>