21/2016. Il labirinto della vita

La mia vita è un labirinto; sì, un labirinto con tutti i suoi vicoli ciechi e le sue vie nascoste.

La mia vita forse, agli occhi altrui, può sembrare all’apparenza facile, come un labirinto da bambini con un percorso obbligatorio. Può essere lungo inizialmente, ma, seguendo il percorso, non puoi perderti, nemmeno se tu lo vorresti e alla fin fine è breve come la vita di una formica.

Dietro alla “copertina” si cela un labirinto più complesso, un altro labirinto, la mia vita.

Non mi sono ancora presentata però: io sono Lisa, quella che si nasconde dietro alle parole, colei che sa ma non lo dice, colei che teme il giudizio degli altri, quella che si rifugia su un pezzo di carta e scrive e scrive …

Lisa, questo nome, sì, questo nome è stato il mio primo vicolo cieco. Ogni volta che mi presentano c’è sempre qualcuno che ci ride sopra, lo considera un nome troppo importante per una “bimba” come me –questo nome ricorda a tutti quella famosa canzone, importante per tutti, molto più vecchia di me, che parla di una ragazza dagli occhi blu-, ma –nonostante tutto- io ho sempre adorato questo nome e questa convinzione è stata la mia prima via di fuga da quel buio, da quel muro, la prima di poche.

La mia infanzia si può considerare un periodo felice della mia vita, senza troppi problemi, senza troppi ostacoli, un’infanzia serena, come deve essere in fondo per tutti.

Per quanto riguarda invece l’adolescenza c’è un po’ più da dire. Tra i miei primi obbiettivi c’è sempre stata la scuola, già, la scuola. Sono sempre stata timida e riservata e questo è quello che mi pesa di più ora. La mia determinazione nello studio ha riempito sempre la mia esistenza fino ad oggi, ma questo mi ha portato soprattutto a ridurre le mie possibilità di socializzazione fino al punto di ritrovarmi sola davanti al mondo intero.

Al mio carattere già fragile e toccato da questo fattore, poi si sono aggiunte altre problematiche, altri ostacoli, alcuni che non ho ancora superato. Ad alcuni però ci ho fatto l’abitudine abbastanza presto: ricordo ora mio padre. Lui, con il suo sorriso e con le sue magiche e rassicuranti parole, non è forte come sembra e io lo ho capito forse tardi: lui convive ormai da tempo con una malattia non troppo dura, ma nemmeno da prendere sottogamba. La sua forza e la sua determinazione sono sempre stati gli obiettivi che ho sempre sognato, che ho sempre cercato di raggiungere, la luce in fondo al tunnel che però non ho ancora visto.

Nella mia breve vita, sapete sono ancora giovane, non ho che quattordici anni da poche settimane, ho imparato anche a risparmiare, a non chiedere mai troppo. Noi non viviamo in una condizione di miseria, ma bisogna comunque contenere le spese. Mio fratello minore non lo ha ancora capito, in fondo crede che il mondo sia perfetto e che tutto si può avere. Lui sogna, anche io, ma i nostri sogni sono diversi: i suoi sono più allegri e fantasiosi, come fate e folletti; i miei sono più legati alla realtà, più che sogni, i miei, sono speranze in una vita che non sempre ne tiene conto.

Il mio labirinto ha molti vicoli ciechi, ma ho “sempre” trovato la via d’uscita. Non so bene a che punto sono di questo lungo e difficile percorso, ma sono convinta di aver fatto un po’ di strada.

Davanti a un bivio, ho sempre seguito il mio istinto e molto spesso non ho sbagliato; altre volte mi sono trovata davanti a un muro e ho dovuto tornare indietro, anche se tornare indietro non è sempre facile.

Nel mio labirinto ci sono vicoli buii, le strade che non conosco; sentieri appena illuminati dalla speranza che mi segue sempre, per fortuna; sentieri e vie complesse dove mi manca anche l’aria, i più difficili da attraversare; altri un po’ più sereni, con pareti fatte di caramelle.

La mia vita, però, non è sempre triste e malinconica, come ve la ho descritta finora, alcune volte c’è qualcosa che mi fa star bene, qualcosa che mi solleva e che mi fa vedere tutto dall’alto. Tra queste ricordo in particolare la mia amica “del cuore”, la mia amica delle favole, che sa sempre cosa dirmi e che mi fa vedere tutto da un altro punto di vista, diverso dal mio sempre pessimista. Essendo io molto sensibile, anche una semplice parola dolce mi fa star bene e in pochi lo sanno.

In un labirinto ci sono, però, anche vicoli che sembrano chiusi e non lo sono e vicoli che ti illudono di aver trovato una via d’uscita e invece sono chiusi da un imponente muro. Uno di questi, per me, può essere l’amore. Io non credo di provare qualcosa per qualcuno, ma, forse, per me c’è un lui, un lui che ancora non è vero, che è solo un sogno, il protagonista delle mie favole.

A volte immagino anche questo labirinto come una rosa; già, una rosa, un fiore bellissimo dove per arrivare al centro ce ne è di strada da fare. Il mio obiettivo è arrivare lì, nel cuore di tutto.

<Ma cosa ci sarà lì?> vi chiederete e l’unica risposta che so darvi è <A cosa serve saperlo?> : in fondo se io, per prima, sapessi a cosa vado incontro sono certa che non arriverei mai alla fine di tutto.

Non so effettivamente se questo racconto può avere un senso e non so neppure il motivo per il quale ho scritto tutto questo; so solo che a qualcuno dovevo dire tutto e ho preferito fare così.

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>