22/2016. Assassino in competizione

Allo sparo tutte le razze scattarono come proiettili nel vuoto.                                                             Si fecero notare subito il tre e il nove, ma il sette fu alle loro calcagna. Ai quaranta metri finali il sette salì in vantaggio, quando fu colto da un malore improvviso e cadde. La gara continuò e il primo a tagliare il traguardo fu il tre, un Saluki, seguito dal numero nove, un Greyhound.                                 Il levriero afgano, identificato con il numero sette, restò immobile, fino a quando il giudice Peterson, accompagnato dal veterinario James Wingfield, lo trasportò al di fuori del Rogers Centre, steso su una barella.

Qualche minuto più tardi la Signora Goldfelder raggiunse Peterson dal veterinario dove, colma di lacrime, vide il suo Hector sdraiato sul lettino coperto da un telo. A quel punto non vi fu più alcuna speranza per Elizabeth che, travolta dall’ansia e dallo sconforto, svenne.

Si svegliò dopo circa quattro minuti quando si trovò davanti il giudice Peterson che, formalmente, iniziò a sottoporre ad interrogatorio la signora. Elizabeth apparve piuttosto confusa di fronte al giudice, il quale le chiese di ripercorrere tutta la sua giornata, giacché le cause della morte del levriero erano ancora ignote. Ella iniziò raccontando che alle 9:00 del giorno stesso andò da una sua amica, la signora Campbell, dove lasciò Hector a giocare con il figlio Lucas. Passò immediatamente a raccontare che alle 17:30 del pomeriggio andò al “Wine and Flowers”, un negozio dove comprò un mazzo di fiori per sua madre Mary e che nel frattempo Hector corse nella serra improvvisamente.   Ritornò poi raccontando che il mattino, verso le 10:00, andò dal toelettatore “Petrescu & Co.”, dove lasciò per circa un’ora il cane nelle mani di Sergei. Continuò poi dicendo che andò al “CF Toronto Eaton Centre” per fare un po’ di shopping verso le 14:30, dove dovette lasciare il cane in un’area apposita, quando venne interrotta dal signor Wingfield.

Il veterinario, dopo aver fatto un’autopsia a Hector, comunicò a Elizabeth che ebbe trovato un piccolo residuo di una particolare schiuma, ritenuta da lui stesso “potenzialmente velenosa”. Improvvisamente il giudice Peterson si alzò in modo frenetico comunicando che avrebbe fatto chiudere definitivamente la “Petrescu & Co.” e denunciato Sergei per aver ucciso il cane della signora Goldfelder.

Il giorno seguente Elizabeth lesse sul giornale che il negozio di Sergei fu chiuso e posto sotto sequestro per sospetto. Poggiò il giornale sul tavolo quando suonò il campanello. Aprì e vide una signora che, frettolosamente, cercò di spiegare a Elizabeth che la chiusura era stata un errore; a quel punto allora la signora Goldfelder la fece entrare.

L’ospite iniziò a raccontare che il giorno della competizione ella si posizionò sugli spalti finali, i più lontani: continuò dicendo che dal tetto dello stadio vide un uomo che, munito di fucile, caricò uno di quei particolari sonniferi velenosi colorati, il quale, dopo lo sparo, colpì Hector. Dopo questa breve introduzione Elizabeth capì: il giudice Peterson quando, accompagnato dal veterinario, andò a trasportare Hector fuori dall’arena, rimosse dalla pelle del levriero il sonnifero velenoso, e che tutta la storia del residuo di schiuma fu una pura invenzione del veterinario.

La signora Goldfelder quindi cercò di avvisare la polizia, e cercare di spiegare che la chiusura di “Petrescu & Co.” fosse un malinteso. Il commissario andò a interrogare il giudice Peterson e il dottor Wingfield, i quali, presi dal timore e ormai prossimi ad essere svelati, confessarono.

Il giorno seguente alle 10:00 il commissario Ross si presentò a casa della signora Goldfelder, comunicandole che il giudice Peterson e il dottor Wingfield avevano scommesso illegalmente sulla vittoria del numero tre, e che per non perdere la scommessa assunsero un cecchino per colpire il suo cane Hector.

Il mattino del 22 Aprile 2004 Peterson e Wingfield furono accusati e successivamente incarcerati nel penitenziario di Toronto.

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