27/2016. Gli occhi di Ibrahim

E’ una fredda giornata di Dicembre, Marta, una signora vedova e ormai in pensione, decide di trascorrere un pomeriggio tutto per sé, da sola con la televisione. Va a cercare una coperta e qui ritrova una scatola dei biscotti. Incuriosita la apre ritrovando una miriade di fotografie, una in particolare, una vecchia foto con un ragazzo: riaffiorano ricordi.

Marta è un’inviata di uno dei più noti giornali nazionali. La sua spedizione questa volta è Lampedusa, una piccola isola immersa nel Mediterraneo, soggetta allo sbarco di molti migranti che rischiano la propria vita per trovare nell’ Italia un paese migliore. Arrivata a Lampedusa trova l’albergo in cui avrebbe alloggiato durante quei tre giorni. Una volta in camera e sistemate le proprie valigie, si affaccia alla finestra da dove si può già vedere una situazione di disagio e di grande confusione dovuta alla grande quantità di migranti. La mattina seguente si reca ad intervistare il capo degli addetti alla sorveglianza, e decide di testimoniare la situazione anche intervistando alcuni immigrati che hanno vissuto in prima persona la loro odissea. Tra molti scorge un senegalese, Ibrahim. Colpita per la sua grande tranquillità anche in un momento del genere, si avvicina a lui, in quel momento anche lui si mette a guardarla. Marta rimane ipnotizzata da quegli occhi così profondi. Si presenta e inizia a porgergli alcune domande ma lui continua a guardarla in silenzio. Lei inizia a sentirsi a disagio, cosi decide di chiedere a qualcun altro ma proprio in quel momento lui inizia a raccontarle quanto vissuto. Registra tutto, lo ringrazia e prosegue il suo lavoro. Il giorno dopo invia quanto raccolto alla sede presso cui lavora e l’indomani l’articolo è già in prima pagina. Nel centro in cui è accolto Ibrahim vengono distribuiti alcuni giornali, il ragazzo vede in prima pagina l’articolo di quella giornalista. Inizia a leggere e arrivato alla sua intervista si accorge che la storia scritta è completamente diversa dal suo racconto. Infatti secondo quanto scritto lui sarebbe giunto in Italia per rubare. Furioso chiede di poter incontrare Marta, ma senza successo. La stessa sera lei torna in quel centro per raccogliere altre testimonianze e incontra lui, Ibrahim. Lei tutta contenta lo saluta e gli mostra il giornale ignara di tutto, lui la ignora guardandola con occhi furiosi. Marta lo ferma e chiede una spiegazione: soltanto allora lui, rabbioso, gli mostra l’articolo. Lei si accorge dell’errore commesso e cerca di scusarsi, sapendo che nessuna parola avrebbe potuto risolvere quel guaio. Il giorno dopo la giovane contatta la sede a Milano chiedendo inutilmente di smentire quanto pubblicato. Di fronte al fermo rifiuto del suo capo, Marta non sa cosa fare quando si ricorda di una situazione analoga accaduta a un suo collega che aveva filmato un’altra intervista e l’aveva caricata su Internet. Decide di imitarlo. Lei e Ibrahim registrano di nuovo l’intervista in cui lui racconta della sua famiglia e della sua vita, Marta rimane nuovamente colpita, mentre lui parla è come se tutto intorno sparisca, unica presenza tangibile la voce di Ibrahim. Terminata l’intervista i due rimangono a parlare ancora un po’, finché improvvisamente Marta si accorge che è ora di tornare in albergo. Una volta soli i due ragazzi si ritrovano a pensarsi, a rivivere il pomeriggio passato insieme. Anche il giorno dopo si incontrano, finché arriva per Marta il momento di tornare a Milano, e proprio in questo momento si scambiano un primo timido bacio di saluto. Si promettono di scriversi per rimanere in contatto. Qualche settimana dopo Marta viene inviata di nuovo a Lampedusa dove rincontra Ibrahim che la aiuta a raccogliere nuove testimonianze di storie di amici. Trascorrono insieme tutto il tempo. Ormai sono uniti più che mai. Marta ritorna di nuovo a Milano continuando a rimanere in contatto con Ibrahim. Poi viene inviata a New York per un importante articolo: al suo ritorno Ibrahim le ha scritto,  presto sarebbe stato rimpatriato insieme ad altri migranti. La ragazza, sconvolta, si imbarca sul primo aereo per Lampedusa. Arriva sull’isola che i preparativi per l’operazione sono già avviati. C’é molta confusione, non riesce a trovare Ibrahim: lo cerca da tutte le parti ma non lo trova, chiede informazioni agli addetti, le dicono che alcuni clandestini sono già in viaggio. Continua a cercarlo finché si rende conto che è già partito. Straziata ritorna a Milano, riprende a lavorare, ma tutti i pensieri la portano da lui. Alcune settimane dopo riceve un’altra inaspettata lettera, ancora di Ibrahim: le spiega di non avere fatto in tempo ad avvisarla, le chiede di perdonarlo. Qualche riga sotto un’altra terribile confessione: non si sarebbero più potuti né vedere, né sentire perché la famiglia di Ibrahim è contraria alla loro amicizia. Dal fondo della busta fuoriesce una loro foto. Marta si accorge di essere ormai in un mare di lacrime. Si chiude a piangere in bagno.

E’ da quel giorno che non ha più notizie del ragazzo.

Marta ripone la foto nella scatola, sistema la scatola dove l’ha trovata, ripensa un’ultima volta a quell’altra sua vita, si gira per allontanarsi: si ritrova sulla poltrona di fronte  alla TV accesa, ora è seduta davanti alla sua vera vita.

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