39/2016. Un’anima per due

Manca meno di una settimana e sarò libera; mi trovo in un posto “umano”; mi trovo nella pancia della mamma; è proprio così. Sento un rumore,anzi più di un rumore, sembrano delle voci, voci famigliari, voci che discutono, discutono per una strana malattia che ha la nonna e che è molto grave; dopo qualche ora inizio a capire di chi e di che cosa si tratta.

-E’ una cosa molto grave…- diceva il dottore -non so se sopravvivrà-.

-E’ sicuro che non si possa fare niente perchè ce la possa fare?- rispondeva la mamma molto preoccupata e col cuore che batteva a mille e io questo lo sentivo molto bene; allo stesso tempo anche io mi sentivo molto male e mi faceva molto male la testa.

Mi sentivo strana perchè non capivo il fatto per il quale iniziai a capire tutte quelle cose quando si avvicinava il momento del parto e non nove mesi prima.

 Eccomi che piango alla luce artificiale del sole come tutti i bambini “normali” ma, a loro differenza, aprii subito gli occhi e questo era il primo aspetto un po’ strano di me. Qualche minuto dopo arrivò il medico della nonna e ci diede una bruttissima notizia, che purtroppo la nonna ci venne a mancare a causa di una malattia molto strana e insolita; si sentivano tutti male, me compresa ;la nonna era una persona molto cara a tutta la famiglia;la mamma mi diede il nome Emily come la nonna in modo che rimanesse sempre nei nostri ricordi.

Sono passati circa quindici anni e l’autopsia della nonna non era ancora finita per la strana e rara causa della sua morte; e solo dopo quindici anni hanno capito che la nonna aveva “qualcosa” nel cervello, si capì che era l’iniezione fatta male dallo scienziato Marchini, che pagò la nonna e la mamma per farsi iniettare questa sostanza per un esperimento.

In quella settimana mi sono sentita male allora andai dal dottore che mi disse che anch’io avevo un “qualche liquido” nel cervello e così si risalì alla morte della nonna, che morì nello stesso preciso momento in cui naqui io! Il mistero si fece ancora più misterioso. Lo scienziato mi volle vedere per dirmi qualcosa… avevo molta paura! Non sapevo cosa fare, avevo molta paura che fosse qualcosa di grave; eccomi davanti a casa sua, suono il campanello, mi apre la porta, entro e trovo il disordine più assurdo.

Ci sediamo su due sedie in un angolo; mi raccontò tutto ciò che successe quando fece il suo esperimento, iniettando quella strana sostanza nel corpo della mamma e della nonna e che quest’ultime accettarono solo perchè vennero pagate; mi spiegò anche che probabilmente la sostanza iniettata potrebbe essere entrata in un qulche modo nel cervello della nonna e nel mio e che quella strana sostanza doveva per foza rimanervi anche se a volte si sarebbe potuto sentire dolore altrimenti sarei potuta morire…

…Beh forse Emily non sa esattamente tutta la verità…

…la verità non è così banale.ma il mistero rimane.

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