40/2016. Vacanza fra amici

Era ormai piena estate, tempo di vacanze, ci preparavamo per viaggio verso la nostra casa di campagna in affitto. La compagnia era composta da me e quattro amici, tutti sedicenni; ci avrebbe accompagnato mio padre con la macchina visto che nessuno di noi aveva ancora la patente.

Partimmo una domenica all’alba fu un viaggio tranquillo, senza traffico, se non per i continui litigi fra mio padre e il navigatore della macchina:odiava la tecnologia!! Dopo circa quattro ore raggiungemmo la casa, ci sistemammo, mio padre ripartì per tornare a casa, ci avrebbe ripreso la settimana seguente.

La sera stessa festeggiammo perché eravamo entusiasti, avevamo musica e cibo a volontà e visto che la città era lontana avevamo portato tutto l’occorrente per la settimana.

Il pomeriggio successivo, ripulendo il pavimento, avevamo trovato una botola, chiusa da un catenaccio; spinti dalla curiosità cercammo dovunque la chiave e la trovammo dopo circa un’ora al di sotto dello zerbino. Aprimmo la botola, la visuale era raccapricciante; animali imbalsamati che emanavano un odore così cattivo da essere doloroso e un libro che conteneva scritte e disegni di cui non capivamo il significato. La richiudemmo subito scioccati e spaventati, sentivamo che qualcosa era cambiato. La notte nessuno di noi riuscì a chiudere occhio,sentivamo un rumore provenire dalla botola. Il più coraggioso di noi, Luca, l’aprì; all’improvviso qualcosa lo morse sul collo. Era buio, sentimmo solo un urlo straziante. Nessuno di noi osava muoversi io chiesi:”Luca che c’è?Come stai?”, nessuno rispose; continuai a chiedere, silenzio totale. Restammo fermi ognuno nel suo letto tremando di paura fino al mattino successivo.

Luca al mattino era scomparso, ma anche se scossi non eravamo spaventati perché la luce del giorno ci dava un senso di sicurezza. Chiamammo mio padre, spiegandogli l’accaduto e chiedendogli di raggiungerci al più presto.

Ci raggiunse il pomeriggio stesso, ma al momento della partenza la macchina si era fermata improvvisamente.

Andrea, il più lucido di noi, comprese tutto; quello che ci stava accadendo seguiva la storia del libro che avevamo scoperto. Ci fiondammo nello scantinato a guardare il libro, la fase successiva era la trasformazione in spiriti; quello che era già successo a Luca e il contagio era quello strano morso.

Scappammo nel bosco, non sapevamo dove ci stavamo dirigendo, correvamo il più lontano possibile. Andrea inciampò e qualcosa la bloccò a terra; niente da fare. Quando ci girammo era troppo tardi, si era volatilizzato; era stato lo spirito di Luca.

Restavamo io, mio padre,Marco e Riccardo, sapevamo che il nostro futuro dipendeva dal destino o meglio dal libro; perciò non sapevamo se saremmo sopravvissuti.

Avevamo corso talmente a lungo da raggiungere la città, ma qui nessuno ci credeva e internet non ci aiutava di certo. Ci rifugiammo in una biblioteca sperando di trovare un libro che ci potesse aiutare. Io e mio padre assetati, cercammo un supermercato; dopo aver comprato dell’acqua tornammo alla biblioteca, i corpi di Marco e Riccardo erano dilaniati ; non sapevamo più cosa fare. All’apertura dell’ennesimo libro trovammo qualcosa di diverso, ma ormai in quello stato di confusione non ci facevamo nemmeno più caso. Eravamo ormai abbandonati al nostro destino, aspettavamo la nostra morte; ma qualcosa era come se ci proteggesse, un’aura positiva emanata dal libro, nessuno di noi due si staccò mai più da quel misterioso libro e nessuno di noi osò nemmeno leggerlo; eravamo salvi.

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