41/2016. L’innocenza

Era un classico sabato sera, stavo tornando a casa dopo una serata passata con gli amici all’insegna del divertimento. Ero stanco e mi girava la testa. La strada da fare era piuttosto lunga, decisi quindi di passare per un vicolo buio e nascosto. Procedeva tutto molto bene, finchè non svenni all’improvviso di fianco un cestino. Mi risvegliai (penso) dopo circa due ore con un forte mal di testa e con schizzi di sangue sui vestiti. Ero scioccato e spaventato; non capivo cosa fosse successo, avevo davanti a me un uomo con una pistola puntata contro di me, tremava, aveva gli occhi che fissavano il vuoto, le lacrime scendevano sulla guancia per poi posarsi sul suo braccio. Era vestito in modo strano, aveva dei pantaloni rossi, una giacca sporca verde e un paio di scarpe rovinate, distrutte.

Non sapevo cosa fare, l’ansia e la paura salivano e iniziavano a prendere il sopravvento, il cuore pulsava sempre più forte e le mani tremavano insieme alle gambe: le emozioni mi stavano portando sulla via della morte.Provai a calmarmi facendo  grossi respiri e iniziai a pensare a cosa avessi potuto fare per tornare a casa vivo. Iniziai a parlare con l’uomo davanti a me, ma era ancora sotto shock. Mi alzai barcollando e mi avvicinai all’uomo per chiedere spiegazioni. Provai a parlare in italiano, inglese,  francese e persino greco, ma lui non rispondeva e continuava a tenermi puntata la tempia con l’arma.

Finalmente dopo circa trenta minuti di un’estenuante attesa iniziò a dare segno di vita. Si avvicinò sempre di più a me con uno sguardo cattivo e pieno di rabbia. Per la seconda volta in una giornata non sapevo come comportarmi, non riuscivo a pensare; ero bloccato da tutte le emozioni che cercavano di prendere il sopravvento sulla ragione. Più si avvicinava più tremavo, piangevo e pensavo a tutto quello che avevo fatto nella vita. Mi sembrava di non avere più pesi sulla coscienza.

Era mattino presto,forse le quattro, chiedevo pietà, solo pietà; mi mise una mano sulla spalla e la pistola in bocca, non esitò nemmeno un secondo: premetteil grilletto. In quell’istante mi svegliai e capii che fortunatamente era  soltanto un brutto sogno dovuto, probabilmente, alla visone di un film giallo al cinema.

One thought on “41/2016. L’innocenza

  1. il racconto ti coinvolge , in una curiosità ansiotica , da cuore in gola e fiato corto , sfiori il finale Pulp… e poi è solo pipì a letto: la via d’uscita del sogno troppo è scontata.

    Ciao
    Aldo

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>