49/2016. Il selfie perfetto

Ehi. Ehi tu. Sì, parlo a te. Non mi dire che non hai un cellulare. Scommetto che lo tieni nella tasca dei pantaloni, in quella destra anteriore, non è così? Ne sono sicuro.

Ha la fotocamera interna? Tutti i telefoni di ultima generazione ne hanno una.

Che cosa stai aspettando? Dai, tiralo fuori dalla tasca. Sei in compagnia di amici? Stai facendo una passeggiata lungo la spiaggia e c’è un tramonto mozzafiato? Sei nel camerino del negozio dove hai finalmente trovato il vestito dei tuoi sogni, e non vedi l’ora di farlo sapere alla tua amica? Beh, dire che è arrivato il momento giusto per un selfie. Non dirmi che non sai cosa è, è la moda del momento! Sai, quando ci si scatta una foto da soli o in gruppo, utilizzando la fotocamera interna, modificandola poi con qualche applicazione apposta, pronta per caricarla sui social. Com’è la tua tipica faccia da selfie?

Clic. Oh, finalmente ne hai fatto uno, come ci si sente ora? Dai, fanne un altro, così scegli il migliore.

Bene, e ora che ti sei scattato un po’ di selfie, facciamo un gioco, come quelli delle riviste di quiz, pronto? Riguarda tutte le foto che hai fatto, e dimmi se non noti niente di strano.

Accidenti, però, nel frattempo ti accorgi che non c’è ancora quella che desideravi, in una foto la luce non era molto adatta, e in un’altra, ahimè, avevi il sole negli occhi quindi li hai chiusi? Allora ti lascio scattare altre foto con calma, non c’è fretta.

Finito? Allora riprendiamo. Ora prova a rivedere i tuoi selfie, e fai finta di giocare a trovare le differenze tra due immagini molto simili. Ti do un piccolo aiuto: la differenza qui è una sola. Giochiamo?

Niente da fare eh? Non lo trovi proprio quel particolare? Dai, te lo suggerisco io: prendi la prima foto. Ci sei solo tu, fantastico mare sullo sfondo, il tramonto che dipinge il cielo di colori che variano dal rosso al rosa all’arancione al blu. Niente di strano qui. Ora passa alla seconda foto. Lo stesso mare, lo stesso cielo, tutto normale. Ma nella terza foto, dimmi, lo vedi anche tu quello strano puntino scuro, dietro la tua spalla, a occhio croce a duecento metri da te? Sarà un semplice errore della foto, si può rimediare.

Adesso vai avanti tu, sperando che quel puntino fastidioso non ci sia più…

Mi raccomando, controlla bene tutti i selfie, fino all’ultimo… Se ci arrivi.

Mh, sento il tuo respiro affannoso, vedo dai tuoi occhi che qualcosa ti turba. Cosa c’è, non sei uscito bene nelle foto? O forse hai capito cosa intendevo per “differenza” nella foto?

Da come continui ad andare avanti e indietro nella galleria, opterei per la seconda.

Eh già, perché procedendo con la quarta, la quinta, la sesta foto fino ad arrivare alla trentesima –se non di più-, hai visto che quel puntino che avevi notato non se n’è andato. Anzi, come se non bastasse, è diventato sempre più vicino, e verso la quindicesima foto hai capito cosa era. Allora, ci eri arrivato che era una figura umana? Sì, proprio così, una persona. Ma cosa avrà voluto da te, per doversi avvicinare? Immagino che ti sarai chiesto chi fosse. Dai, zooma sul suo volto, e dimmi, quella persona non ti è familiare?

Ti rispondo io: quella persona, sei tu. Suona strano, lo so. Perché quella figura non sembra di certo un sedicenne come te, ed ha una colorazione un po’ olivastra della pelle, non noti anche tu? Per non parlare di com’è conciato, con quei vestiti strappati addosso che non metteresti neanche se fossero di moda.

Vai avanti a controllare i selfie, e vedi che in fin dei conti ho ragione: sei proprio tu. Molto probabilmente ora ti starai chiedendo se questo è una specie di scherzo, ma, soprattutto, chi sono io e come faccio a sapere queste cose. Te lo dirò a patto che rimanga un piccolo segreto fra noi, intesi?

Devi sapere che io in questo momento sono tra le tue mani, e mi stai fissando mentre scorri le foto nella tua galleria.

Sono il tuo cellulare.

Impossibile, tu dirai. In effetti, può fare un po’ ridere, ma credo che non sia altrettanto divertente il fatto che, a poco a poco, mi sto prendendo la tua anima.

Non dirmi che non lo hai ancora capito.

A ogni selfie che ti scatti, a ogni tua singola foto, una parte del tuo essere passa in mano mia, e tu diventi sempre più dipendente dal cellulare, ma soprattutto dagli autoscatti. Compri un vestito nuovo, lo indossi e, “Clic”, parte una foto. Vai al mare e, “Clic”, selfie con lo sfondo mozzafiato. Ti trovi con i tuoi amici e, “Clic”, selfie di gruppo. E scommetto che qualche tuo compagno ha anche un bastone da selfie, uno di quei bracci allungabili per far entrare più persone nell’obiettivo.

La figura che ti somiglia e che hai notato sullo sfondo, è proprio la tua anima. A ogni foto, non hai notato che si fa sempre più vicina? Fino a che non te la trovi proprio alle spalle, non la senti ma lei c’è, e al trentesimo selfie che ti sei scattato prima con il mare, vedi proprio che ormai lui ti è addosso, è appoggiato alla tua spalla.

Scusa, mi correggo, vedresti che è accanto a te.

Non la vedi perché ormai sei diventato mio. Mi sono impossessato della tua anima, e non solo.

Il tuo corpo ormai è finito dentro di me, letteralmente.

Non esisti più.

Immagina quando qualcuno, una mattina, durante una corsetta in spiaggia, troverà il tuo cellulare per terra sulla spiaggia, immagina che faccia farà quando vedrà che come salvaschermo ha una strana foto di un ragazzo, con un’espressione scioccata sul volto, e del suo sosia trasandato accanto a lui… Bah, i giovani d’oggi, con le loro manie e nuove trovate per farsi foto originali.

E immagina cosa succederà quando anche lui vorrà scattarsi un selfie con il mare.

2 thoughts on “49/2016. Il selfie perfetto

  1. Bellissimo ma soprattutto verissimo. La nostra anima dentro ad un telefono senza anima, che ci ruba la privacy, ma ricordiamo,ce la ruba solo col nostro consenso.

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