2. Adelmo, pellegrino per caso

Genere: Avventura / storico

Anno Domini 1043 d.C.Ci si trova alla fine dell’estate, precisamente è il  5 settembre. Siamo alla sera in una casa nella periferia di Londra un ragazzo giocare con i suoi fratelli più piccoli. Quel ragazzo si chiama Adelmo ed ha solo 16 anni, vive con una famiglia composta da altri sei fratelli più piccoli, un padre contadino come lui e una madre casalinga. Improvvisamente la tranquilla serata della famiglia londinese viene spezzata da un rumore. Qualcuno bussa alla porta insistentemente ed è qualcuno che ha qualcosa di grave, a quanto sembra. Entra bruscamente il parroco della zona che deve parlare un attimo con lui e con Adelmo. La questione è di quelle delicate : infatti al reverendo è appena arrivata una lettera dalla canonica di Canterbury, una delle diocesi più importanti, e l’arcivescovo chiedeva esplicitamente di incontrare un parrocchiano affidabile a cui potesse affidare un’ importante missione che si svolgerà fuori dall’Inghilterra. Dice il parroco che dopo averci pensato un attimo a ripiegato la scelta su di lui, Adelmo. È giovane e se la caverà, ha pensato. Il ragazzo in poco tempo si prepara e gli viene dato il vestito più bello che ha, un fagotto con un po’ di cibo che basti per qualche giorno ed parte con il parroco per la città inglese. Arrivati alla casa del parroco, egli gli da  alcune indicazioni per arrivare a destinazione e gli da una carta per indicargli la strada. Il problema è che è in latino e non sa leggere, quindi Adelmo va senza sapere la strada. Prima di partire il reverendo si ricorda di dargli una cosa che potrà farlo riconoscere alla corte dell’arcivescovo : è una lettera di raccomandazione a sua eminenza da parte del parroco. Adelmo parte e arriva a Canterbury dopo circa 5 giorni di viaggio, ma naturalmente il viaggio non è facile. Per arrivare deve passare attraverso campi e coltivazioni e chiedere indicazioni a chi trova per la strada. Non tutti sanno dare indicazioni e molti, analfabeti, non sanno nemmeno dove e cosa sia Canterbury, mentre altri gli rispondono con imprecazioni e senza dargli una risposta effettiva. Per sopravvivere deve rubare i frutti e i prodotti agricoli, scappando spesso dai proprietari inferociti. Di notte deve abituarsi a dormire sotto le stelle, accampato in qualche prato con il rischio di non svegliarsi più all’alba successiva. Fortunatamente in quelle zone a  settembre non fa ancora così freddo e la sera c’è una leggerissima brezza che refrigera il viandante dopo una lunga giornata di marcia. Quando la prima parte dell’impresa sembra esser filata tutta liscia, alle porte di Canterbury si imbatte in un acquazzone di fine estate, che lo fa arrivare davanti alla porta della curia tutto fradicio e con il vestito più bello rovinato. Il ragazzo si presenta davanti alle guardie nello stato di un mendicante e non gli viene decapitata la testa perché mostra la lettera datagli prima dell’inizio del viaggio. Viene ammesso a palazzo e per ordine dell’arcivescovo viene rivestito di indumenti che per lui sono preziosissimi e che nemmeno mai avrebbe sognato di indossare. Quando Adelmo entra nella sala da pranzo dell’arcivescovo rimane stupito : è gigantesco, con una tavolata immensa e imbandita di prelibatezze e selvaggina di ogni tipo, e sul fondo seduto su una sedia che sembrava un trono l’arcivescovo di Canterbury Eadsige, la più grande carica religiosa inglese. Accanto a lui una sedia vuota, che il gran maestro di corte gli indica di andarsi a sedere. Si siede accanto a Eadsige e si cena, con moltissime portate e si accende una discussione accesa in cui il clero inglese discute su questione teologiche, a cui Adelmo si astiene. Alla fine della cena Adelmo viene avvicinato da Eadsige e questo gli racconta l’impresa che dovrà affrontare. Dovrà andare fino a Roma travestito da pellegrino a portare un’importante missiva al papa, in cui è scritta la missione: rischia di essere ucciso da una congiura di nobili inglesi residenti a Londra. Non dovrà dire quello che sa a nessuno e nemmeno il contenuto della lettera.Una missione sotto mentite spoglie di pellegrino verso la tomba dell’apostolo Pietro. Dovrà partire la mattina successiva .Ecco che all’alba viene vestito con un saio, una bisaccia con i soldi essenziali per compiere il viaggio al di là della Manica e un vincastro, con attaccata la tipica conchiglia che contraddistingue ogni pellegrino del tempo. Il pomeriggio stesso si imbarca su di una barca che lo porterà al di là della Manica. Un viaggio che non sembra mai finire.Ci si trova stipati su di una barca  con moltissime persone povere e anche molti pellegrini e nonostante la breve durata del viaggio non tutti ce la fanno. Il viaggio è condito anche da una inaspettata tempesta, che porta la barca quasi allo scontro con gli scogli della costa francese. In quella notte Adelmo si ritrova rinchiuso nella stiva con molte altre persone e vede gente che prega e altra che piange, con molti bambini che piangono e tutti spaventati. La provvidenza vuole che la nave però si salvi e che il viaggio di Adelmo continui, così che sbarca sano e salvo.Per un mese il viaggio continua liscio, in mezzo alla pianura francese, accampandosi in luoghi di accoglienza .Infatti Adelmo percorre la via Francigena, che da Canterbury lo porta a Roma, e lì trova indicazioni che lo portano fino a Losanna, dove inizierà la traversata delle Alpi. Ci troviamo a novembre e l’inverno è alle porte. Il 3 novembre comincia una traversata che finirà circa dopo 2 settimane. Il tempo non è bello e salire verso il Gran San Bernardo è complicato. Per circa 3 giorni Adelmo si trova in mezzo a una vera e propria tempesta di neve, dove rischia di ibernare per via del freddo polare. Durante la nevicata Adelmo rischia la vita di giorno, quando per via del forte vento che gli spinge in faccia i grandi fiocchi di neve non  vede sempre la stretta strada e rischia di cadere nel dirupo più volte, dove andrebbe in contro a morte certa per le percosse che subirebbe nella caduta. Ancora una volta la fortuna lo porta a non cadere e ad affrontare l’altro terribile problema che arriva di notte : il gelo. Si può dormire solo qualche ora per notte. Se non camminasse o non si muovesse nelle migliori aspettative avrebbe perso le dita dei piedi, se non sarebbe finito ibernato. Non ha nulla con cui ripararsi di notte e non esistevano luoghi di ristoro lungo la via per il passo. In più era solo, quindi una lotta contro la sorte e le sue forze, che potevano venire a mancare e concludere lì la sua vita. La discesa è senza insidie, per arrivare a passare sotto l’arco di Augusto a Aosta. Il viaggio invernale continua senza problemi, rifugiandosi di notte in punti di ristoro e monasteri, quando una notte arriva a Calendasco, dove si transita sul Po. Appena passato il grande fiume, Adelmo, in mezzo alle foreste che ancora c’erano in pianura Padana, viene attaccato e sequestrato da una brigata di mercenari di passaggio, che vogliono da lui tutto quello che ha. Adelmo nasconde la lettera e si mette a gridare, per sua fortuna in quel momento sono di passaggio un gruppo di cavalieri a servizio del papa. Lo salvano e lo portano al palazzo di un cardinale della zona, che vista la ceralacca della lettera capisce che è al servizio dell’arcivescovo e lo rifocilla. La mattina successiva riparte a metà gennaio arriva a Roma. Arriva al palazzo papale e subito le guardie papali riconoscono dalla missiva l’agente segreto del papa. Avvertono subito il papa, che convoca immediatamente tutti i suoi più ristretti collaboratori nella sala del trono. Viene fatto andare nella sala del trono dove vede il papa vestito di porpora su una poltrona che sembra un trono. Ecco che Benedetto IX lo invita ad avvicinarsi e legge la missiva e scopre leggendo la missione del ragazzo. Invia immediatamente un gruppo di soldati per prendere quelli che stanno per fare una congiura. Infine dice al ragazzo che ha avuto un grandissimo coraggio per portare a termine la pericolosa missione.

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