La quinta edizione del concorso letterario Scribo Ergo Sum, proposto da AgoràSarpi, si è conclusa con la premiazione dei vincitori avvenuta sabato 31 maggio presso il Liceo Sarpi, con piccolo rinfresco finale.
Ecco i nomi dei vincitori e le motivazioni della giuria:
1° posto
“Taci” – di Sabrina Scansani, Liceo Scientifico Filippo Lussana
Il testo interpreta in maniera originale l’argomento del concorso, sottolineando che “le parole sono la cosa più importante e bella degli esseri umani” anche nella loro assenza. E’ apprezzabile la coerenza con cui la focalizzazione viene mantenuta per tutta la durata del racconto del quale colpisce anche la sensibilità con cui viene riconsiderata la condizione dell’assenza della parola mai percepita come handicap.
2° posto
“Voci nella notte” – di Marialuisa Miraglia, Liceo Classico Paolo Sarpi
Racconto costruito attraverso immagini che evocano la realtà di una vita vissuta di riflesso attraverso “rumori, ombre, voci notturne” di altri. Anche attraverso un insistente riferimento alla musica il racconto sottolinea l’importanza dell’ascolto nelle relazioni.
3° posto (ex aequo):
“Babilonia contemporanea” – di Sofia Salvoldi, Liceo Classico Paolo Sarpi
Interessante la costruzione binaria in cui due mondi distanti, non solo geograficamente, utilizzano la parola attraverso le nuove tecnologie. Colpisce rispetto agli altri racconti la visione quasi disincantata del potere della parola che può dimostrarsi talvolta “una vera e propria arma a doppio taglio”.
“Pagine di vita” – di Filippo Oggionni, Liceo Scientifico Filippo Lussana
Colpisce la scelta di incarnare il potere della parola in un personaggio che solo alla fine del racconto si rivela essere un diario; una rivelazione che conferisce un significato nuovo e del tutto inaspettato anche al titolo. “Io sono parole e le parole sono me.”
Premio Editore Lubrina:
“Ho provato a mandarti un messaggio” – di Vicky Rubini, Liceo Classico Paolo Sarpi
Anche noi proviamo a mandarti un messaggio. “Nulla è sicuro, ma scrivi.” Non per fuggire, ma per vincere. Non un concorso, ma nella vita. Con l’auspicio che tu possa continuare a usare le parole per esprimere l’odio verso coloro che con dolcezza ci vorrebbero guidare al nulla, per trovare cosa non è inferno in mezzo all’inferno. E ad essere bravo camminando sopra le parole, senza affogarci.