25/2016. Fenice di verità

La figura arrancava nel campo, di notte, diretta verso la casa diroccata… “Questa non è affatto una bella situazione” pensava “Chi me lo ha fatto fare?”.

Ovviamente lo sapeva benissimo: il giorno prima, passando con gli amici davanti al campo-che comunque sembrava molto più piccolo e meno scosceso- questi avevano iniziato a parlare di quella casa, abbandonata da quando la figura, o meglio, il ragazzo, ne aveva memoria.

Molti dei suoi amici affermavano di aver visto figure entrarvi ed uscirvi nel cuore della notte,satanistiche celebrano i loro culti,a sentir loro “Sicuramente numerosissimi in quel minuscolo paese nel buco più sconosciuto del Lazio, anche perché loro sicuramente stanno svegli tutta notte a guardare una dannatissima casa abbandonata”.MaPieraldo, il ragazzo, non era di questo avviso, ed in men che non si dica si era ritrovato ad arrancare in questo maledetto campo per dimostrare la sua opinione.

Perso in queste riflessioni, rischiò di inciampare nel portico della casa, che effettivamente vista da vicino pareva parecchio spettrale;comunque, convinto che non ci fosse niente da temere, spinse la porta, che, a quanto pare, i precedenti proprietari avevano lasciato apertaed entrò.

Quella stessa sera,già parecchie persone, vestite in abiti comuni ma con il volto celato, erano entrate nell’edificio, Ivan era una di queste. Insieme ai suoi “colleghi” aveva scoperto quel posto per pura fortuna, un luogo perfetto per le loro riunioni …. Era quasi ironico che in un posto sperduto come quello venisse deciso il futuro dell’economia mondiale, perché era questo che facevano, lui e i suoi colleghi: politici, banchieri, militari, pezzi grossi di grandi multinazionali; da quando l’Organizzazione si era formata, ha creato ogni grande economia mondiale, ma ha anche causato ogni crisi, perché dove c’è un cadavere, dei corvi trovano sempre la possibilità di cibarsene.

E in Italiacostoro hanno trovato un terreno decisamente fertile, in particolare dopo aver inserito uno di loro come presidente del consiglio, per scatenare quella crisi ormai sulla bocca di tutti e rendere molto più ricchi alcuni di loro in modo illecito. Attualmente quella riunione era per ovviare al fastidioso inconveniente di un magistrato, uno dei pochi non-loro,che faceva troppe domande, e sembrava vicino a scoprire l’esistenza dell’Organizzazione, se solo non fosse perfettamente impossibile (quelli che ci provavano non sopravvivevano a lungo per scoprirlo).Uno di loro si schiarì la voce, si iniziò a parlare di affari …. Quasi gli sfuggì un risolino pensando alla fine che questo loro nemico stava per fare.

<<Ma porc…>>A Pieraldo quasi si rizzarono i capelli in testa quando vide le persone all’interno della casa, fortunatamente nessuno lo aveva visto, ed era pronto a fuggire di corsa quando notò che quei tizi non stavano facendo proprio un rito satanico: fortunatamente si trovava nella stanza attigua alla loro, le cui pessime condizioni dei muri gli offrirono un buco perfetto per origliare …. Sentì qualcosa che lo fece quasi pentire di essere arrivato a quel punto per dimostrare che le idee dei suoi dannatissimi amici erano incredibilmente idiote …. Quasi.

<<Bene>> disse uno <<iniziamo. Penso che siamo tutti d’accordo che a Roberto stia per accadere un tragico quanto fatale incidente …. Qualcuno immagina quale disgrazia gli capiterà?>>Le idee furono varie, crudeli e fantasiose, andando da un a dir poco irrealizzabile maremoto, causa di uno scroscio di risate fra i presenti, ad un attentato kamikaze contro il parlamento. Solo alla fine qualcuno propose: <<Fra una settimana quando il nostro amico andrà in una scuola napoletana, per parlare della lotta contro le mafie, lo stato di fatiscenza dell’edificio causerà facilmente la sventurata morte di tutti i presenti, o quasi.>> Non erano ancora finiti dettagli e commenti che Pieraldo era corso fuoridisgustato e terrorizzato ma per tutelare i suoi amici si inventò una storia su dei satanisti …. Meglio dargli ragione che metterli in pericolo. In realtà non vedeva l’ora di andare a dormire, per pensare l’indomani al da farsi. Ma quella notte non riuscì a chiudere occhio.

Dalla mattina segue Pieraldo si mise a cercare in rete ogni possibile informazione su questo Roberto, scoprendolo essere un giudice di successo, laureato in giurisprudenza col massimo dei voti, fin da subito impegnato nel campo dellecause penali, in particolare mafia e corruzione, poi assegnato ad alcuni casi di spicco, con conseguenti gravi condanne per gli imputati.

In quel momento aveva organizzato un giro delle scuole superiori, concentrandosi particolarmente sul Sud, quel giro che avrebbe potuto essergli fatale …. A questo punto rimaneva un problema fondamentale: come riuscire a parlargli, in privato, senza venire intercettato da quegli uomini? Lui non aveva idea di chi fossero, ma per come parlavano era piuttosto chiaro che i mezzi a loro disposizione erano molti, e non poteva correre il minimo rischio ….

Il tempo passava, il giorno fatidico si avvicinava e la disperazione di Pieraldo cresceva, quando l’occasione arrivò in modo a dir poco provvidenziale: pare infatti che una delle tappe del percorso del giudice fosse proprio la sua scuola! Pieraldo non poteva perdere questa possibilità, e già nella sua mente un’idea semplice, quasi disperata, ma pur sempre un’idea, andava formandosi.

Roberto uscì dall’auditorium della scuola soddisfatto del suo discorso: sperava fosse servito allo scopo? Uscendo, nonostante la presenza della sua guardia del corpo,si rese conto di essere seguito da un ragazzo, che si avvicinava sempre di più fino a colpire una delle guardie. Fu fermato, ammanettato, rinchiuso nell’auto, una guardia di fianco a lui, alla Centrale gli avrebbero fatto tirare fuori le ragioni del suo gesto. Questi, però, iniziò a parlare: <<Grazie a Dio ha funzionato! Roberto, lei è in pericolo! Ho fatto questo per farmi portare qui e poterl ….>> Venne subito interrotto dalla guardia, con un: <<Ah! Era uno scherzo allora! Di pessimo gusto perdipiù! Comunque una denuncia per aggressione a pubblico ufficiale non te la leva nessuno!>> Tuttavia, a Roberto era stato insegnato piuttosto bene a riconoscere gli stati d’animo della gente, e il linguaggio del corpo del ragazzo non sembrava proprio quella di uno che stava facendo uno scherzo goliardico. <<Aspetta, sentiamo cos’ha da dire>> La storia che il ragazzo, Pieraldo, raccontò era assurda, terribile, ma così vicina ai suoi sospetti:<< Ok, ti credo ma cosa avresti intenzione di fare?>>Fu la guardia a rispondere, tirando fuori la sua pistola: <<Voi non farete proprio niente! Pare che il caro Pieraldo la ucciderà, e nella foga noi uccideremo lui, ma stranamente i cadaveri non verranno mai ritrovati, né l’arma del delitto. Vede, tutti noi membri della sua scorta siamo al soldodi quell’Organizzazione a cui siete andati così vic….. O aspetta>> disse tirando fuori un auricolare <<Mmmmmmm, pare che la vostra fine sarà parecchio peggiore, ehehehe>> La macchina si ferma. L’autista, di fianco a Roberto, tira fuori un randello. Il randello si alza. Poi buio.

Quello che Ivan propose all’Organizzazione fu un immediato processo contro il giudice, con una non piccola vena di ironia, i due vennero portatidavanti alla corte enorme dei membri dell’Organizzazione, condanna a morte.Palesemente terrorizzato,Pieraldo frugò nelle tasche per tutto il tempo, ma solo pochi secondi prima dell’esecuzione Ivan vide l’oggetto tanto cercato:

<<Siete degli idioti! Ha un cellulare! Perché non lo avete perquisito!!!! Uccidetelo! Uccidetelo!>> La vita volò via da Pieraldo, ma anche il video che aveva fatto, verso Facebook. Tutti i volti inquadrati, tutte le parole registrate. Un barlume di verità.

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